lunedì 11 maggio 2009

Vivere in GuestHouse



Qualche settimana fa qui ho parlato della mia esperienza nel vivere con due diverse famiglie giapponesi. Da un mese ad oggi invece ho scelto di provare la GuestHouse, ossia la casa dello studente. Le differenze con quelle italiane sono ovviamente molte, a partire dai prezzi non esattamente convenienti rispetto ai normali appartamenti, al fatto che le giapponesi non crollano quando la terra ha il batticuore. Di solito sono gli stranieri, i gaijin, a scegliere di vivere in GuestHouse perché è immediato trovare una sistemazione. Tuttavia non è difficile che ce ne sia una a maggioranza autoctona, dove ad esempio ora vivo.
Stare qui è un po' vivere come i figli dei fiori: c'è chi cucina, chi lava i piatti, chi prepara i dolci (eccomi!), chi suona la chitarra e perfino chi mette i dischi in camera. Si condividono la doccia e i servizi, che non sono il massimo dell'igiene possibile, ed è certo che d'estate gli insetti vengano in stanza a ballare la lambada, ma non è impossibile tollerare questi difetti, soprattutto quando si organizza una festa nella stanza di qualcuno. Sabato ho dato un "italian party" nei miei dodici metri quadri e mezzo, e ad una imprecisata ora della notte mi sembrava di aver contato circa undici persone, me incluso ( e sapete bene che non sono solito bere alcolici). Penso di aver scoperto un vantaggio nel vivere seduti a terra. Ho cucinato crema pasticcera per dieci, ma secondo la buona tradizione che ho inaugurato per i miei Bento, non l'ho immortalata perché mi dimentico di fotografare quello che cucino quando c'è la possibilità che sia molto buono. Mi avvento senza riflettere a mangiare e quando pulisco la bocca soddisfatta con un fazzoletto penso che ho fatto un torto alle vostre papille gustative. Ecco però due recenti Bento a base di pesce!

私の作ったお弁当だよ!

1 commento:

  1. Ciao Già, come va? Sono tornata da una gitarella a Londra e mi piacerebbe sentirti, fatti vivo!

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