Ciao a tutti Tomodachi oggi voglio parlarvi della cotta che avevo per
Haran Benjo....
Scherzo! Ma ovviamente oggi, dato che siamo nella settimana dedicata al
nostro ospite esperto di animazione giapponese, Guido Tavassi, mi prodigo a parlare ancora di
più di anime.
Oggi voglio iniziare con il Daitarn 3, a parte la mia cotta per Haran,
questo anime quando ero bambina è stato, ed è, uno dei miei preferiti nella
categoria "robottoni", anzi lo definirei l'unico.
Daitarn 3 (無敵鋼人ダイターン3 Muteki kōjin Daitān
3, letteralmente: Daitarn 3, l'Invincibile uomo d'acciaio) è
una serie anime televisiva giapponese di genere mecha,
prodotta dalla Sunrise e creata da Yoshiyuki Tomino, autore
anche di Gundam, con il mecha design di Kunio
Okawara e le musiche di Takeo Watanabe e Yuji Matsuyama.
La serie, composta di 40 episodi, è stata realizzata
nel 1978, e trasmessa per la prima volta in Italia nel 1980.
La trama dell’anime è molto essenziale ma appassiona comunque in maniera semplice lo spettatore.
All'inizio del XXI secolo, sulla Terra cominciano ad accadere
strani avvenimenti e sparizioni misteriose di persone. Dietro a tutto ciò ci
sono i "Meganoidi",cyborg creati su Marte dal
professor Haran Sozo e poi sfuggiti al suo controllo. A capo di questa
collettività meccanica ci sono Don Zauker (Don Zauser nell'originale
giapponese), una sorta di mostro, molto simile a un Frankenstein, che parla in modo
inintelligibile, e Koros, un'inquietante cyborg femminile dal fascino glaciale.
Scopo finale dei Meganoidi è rendere schiavi gli esseri umani e trasformare i
"migliori" in Meganoidi.
A contrastare i loro piani c'è però Haran Banjo, il figlio
del professor Sozo, che pilota il gigantesco robot trasformabile "Daitarn
3". Ad affiancare Banjo ci sono inizialmente Garrison Tokida (maggiordomo
tutto fare) e Beauty Tachibana (bionda mozzafiato figlia di un famoso
imprenditore, ex-socio in affari del padre di Banjo). A loro presto si
aggiungono Reika Sanjo (ex agente dell'Interpol) ed il piccolo Toppi (orfano
salvato da Banjo).
I Meganoidi hanno sviluppato una tecnologia sorprendente con
la quale hanno realizzato le "Macchine della Morte" (una strana sorta
di astronavi/robot, spesso dotate di immense e improbabili mani) e che rende i
Comandanti Meganoidi in grado di trasformarsi in "Megaborg", enormi
robot da combattimento che daranno filo da torcere al Daitarn 3. La storia si
sviluppa in maniera episodica, rivelando poco a poco il passato di Haran Banjo,
la sua spettacolare fuga da Marte con i Meganoidi alle calcagna e le ragioni
del suo odio per loro. Dopo una serie di mirabolanti avventure che spazieranno
dalla fantascienza all'avventura all'horror e così via, Banjo e i suoi compagni
combatteranno la battaglia finale, nel disperato tentativo di sventare il folle
piano di Koros di far collidere Marte con la Terra.
A differenza di molte serie di "robottoni" sue
contemporanee, in Daitarn 3 prevale un tono "giocoso" che, pur non
evitando parti drammatiche o impressionanti, la rende decisamente atipica. Sono
inoltre presenti dozzine di citazioni da cinema, libri, fumetti e TV: ad
esempio, nell'episodio 32 la base dei Meganoidi è uguale alla Morte
Nera di Guerre stellari; nell'episodio 36, dove Banjo è oggetto di
tortura psicologica, uno dei cattivi si chiama Phroid, chiara parodia di Sigmund
Freud; in un altro episodio Benjo prende parte alle riprese di un film
di Kung Fu e così via. Senza contare che spesso la stessa serie
risulta essere una parodia delle serie di robottoni in voga
fino a pochi anni prima: per esempio in un episodio le due assistenti di Benjo
vengono sostituite dai meganoidi, ma il protagonista se ne accorge subito
perché "Non hanno lo stesso vestito di sempre" (ironia sul fatto che
nei cartoni animati i protagonisti sono sempre vestiti allo stesso modo). Altra
caratteristica peculiare della serie è che il Daitarn è uno dei pochi robot
giganti dotati di proprie espressioni facciali.
Così com'è sopra esposta, la trama è aderente all'edizione
italiana del 1980 - quella forse più conosciuta dal pubblico. Con il rilascio
dell'edizione della Dynamic essa è stata messa in dubbio. Nel nuovo
adattamento, più fedele all'originale, le motivazioni di Banjo si scoprono
essere nettamente più personali e legate, più che ad una oggettiva necessità di
contrastare la sete di conquista dei Meganoidi, al desiderio di Banjo di
distruggere l'operato del padre, responsabile di avere usato come primi
prototipi di Meganoide la moglie ed un figlio, privandolo così della madre e di
un fratello.
I Meganoidi inoltre non avrebbero mai progettato di fare
entrare in collisione Marte e la Terra né di schiavizzare gli esseri umani.
Nell'ultima puntata infatti Koros rivela che il suo più grande desiderio era
quello di partire con Don Zauker e tutti i Meganoidi per cercare un pianeta
dove poter vivere in pace, ma che tale obiettivo era ostacolato da Banjo che
aveva giurato di sterminarli. In effetti, durante la serie, gli ordini di Koros
sono sempre quelli di distruggere il Daitarn: voler schiavizzare gli umani o
conquistare la Terra ed altre cose simili sono obiettivi che molti comandanti
perseguono unicamente per soddisfare la propria avidità personale.
Pertanto l'abbandono, nell'ultima puntata, di Banjo da parte
di Reika, Beauty, Toppy e Garrison diventa più comprensibile - ma non per
questo meno triste, in uno dei finali più mesti che le serie robotiche
ricordino - se interpretato come la presa di coscienza, da parte dei quattro ex
compagni di Banjo, dell'inutilità della loro passata lotta contro i Meganoidi,
e di come questa sia stata, più che una lotta per la giustizia, la
manifestazione dell'ossessione di un giovane uomo. Non a caso dopo aver
vinto, Banjo, finalmente libero del suo odio, si ferma un momento a riflettere
ed esclama: "Ma che cosa ho fatto?"
Ora dopo questo papiro di info, vi lascio alle foto tratte dall’anime e al prossimo anime
Tomodachi.
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