venerdì 14 settembre 2012

Il Daitarn 3!




Ciao a tutti Tomodachi oggi voglio parlarvi della cotta che avevo per Haran Benjo....
Scherzo! Ma ovviamente oggi, dato che siamo nella settimana dedicata al nostro ospite esperto di animazione giapponese, Guido Tavassi, mi prodigo a parlare ancora di più di anime.
Oggi voglio iniziare con il Daitarn 3, a parte la mia cotta per Haran, questo anime quando ero bambina è stato, ed è, uno dei miei preferiti nella categoria "robottoni", anzi lo definirei l'unico.
Daitarn 3 (無敵鋼人ダイターン3 Muteki kōjin Daitān 3, letteralmente: Daitarn 3, l'Invincibile uomo d'acciaio) è una serie anime televisiva giapponese di genere mecha, prodotta dalla Sunrise e creata da Yoshiyuki Tomino, autore anche di Gundam, con il mecha design di Kunio Okawara e le musiche di Takeo Watanabe e Yuji Matsuyama.
La serie, composta di 40 episodi, è stata realizzata nel 1978, e trasmessa per la prima volta in Italia nel 1980.
La trama dell’anime è molto essenziale ma appassiona comunque in maniera semplice lo spettatore.
All'inizio del XXI secolo, sulla Terra cominciano ad accadere strani avvenimenti e sparizioni misteriose di persone. Dietro a tutto ciò ci sono i "Meganoidi",cyborg creati su Marte dal professor Haran Sozo e poi sfuggiti al suo controllo. A capo di questa collettività meccanica ci sono Don Zauker (Don Zauser nell'originale giapponese), una sorta di mostro, molto simile a un Frankenstein, che parla in modo inintelligibile, e Koros, un'inquietante cyborg femminile dal fascino glaciale. Scopo finale dei Meganoidi è rendere schiavi gli esseri umani e trasformare i "migliori" in Meganoidi.
A contrastare i loro piani c'è però Haran Banjo, il figlio del professor Sozo, che pilota il gigantesco robot trasformabile "Daitarn 3". Ad affiancare Banjo ci sono inizialmente Garrison Tokida (maggiordomo tutto fare) e Beauty Tachibana (bionda mozzafiato figlia di un famoso imprenditore, ex-socio in affari del padre di Banjo). A loro presto si aggiungono Reika Sanjo (ex agente dell'Interpol) ed il piccolo Toppi (orfano salvato da Banjo).
I Meganoidi hanno sviluppato una tecnologia sorprendente con la quale hanno realizzato le "Macchine della Morte" (una strana sorta di astronavi/robot, spesso dotate di immense e improbabili mani) e che rende i Comandanti Meganoidi in grado di trasformarsi in "Megaborg", enormi robot da combattimento che daranno filo da torcere al Daitarn 3. La storia si sviluppa in maniera episodica, rivelando poco a poco il passato di Haran Banjo, la sua spettacolare fuga da Marte con i Meganoidi alle calcagna e le ragioni del suo odio per loro. Dopo una serie di mirabolanti avventure che spazieranno dalla fantascienza all'avventura all'horror e così via, Banjo e i suoi compagni combatteranno la battaglia finale, nel disperato tentativo di sventare il folle piano di Koros di far collidere Marte con la Terra.
A differenza di molte serie di "robottoni" sue contemporanee, in Daitarn 3 prevale un tono "giocoso" che, pur non evitando parti drammatiche o impressionanti, la rende decisamente atipica. Sono inoltre presenti dozzine di citazioni da cinema, libri, fumetti e TV: ad esempio, nell'episodio 32 la base dei Meganoidi è uguale alla Morte Nera di Guerre stellari; nell'episodio 36, dove Banjo è oggetto di tortura psicologica, uno dei cattivi si chiama Phroid, chiara parodia di Sigmund Freud; in un altro episodio Benjo prende parte alle riprese di un film di Kung Fu e così via. Senza contare che spesso la stessa serie risulta essere una parodia delle serie di robottoni in voga fino a pochi anni prima: per esempio in un episodio le due assistenti di Benjo vengono sostituite dai meganoidi, ma il protagonista se ne accorge subito perché "Non hanno lo stesso vestito di sempre" (ironia sul fatto che nei cartoni animati i protagonisti sono sempre vestiti allo stesso modo). Altra caratteristica peculiare della serie è che il Daitarn è uno dei pochi robot giganti dotati di proprie espressioni facciali.
Così com'è sopra esposta, la trama è aderente all'edizione italiana del 1980 - quella forse più conosciuta dal pubblico. Con il rilascio dell'edizione della Dynamic essa è stata messa in dubbio. Nel nuovo adattamento, più fedele all'originale, le motivazioni di Banjo si scoprono essere nettamente più personali e legate, più che ad una oggettiva necessità di contrastare la sete di conquista dei Meganoidi, al desiderio di Banjo di distruggere l'operato del padre, responsabile di avere usato come primi prototipi di Meganoide la moglie ed un figlio, privandolo così della madre e di un fratello.
I Meganoidi inoltre non avrebbero mai progettato di fare entrare in collisione Marte e la Terra né di schiavizzare gli esseri umani. Nell'ultima puntata infatti Koros rivela che il suo più grande desiderio era quello di partire con Don Zauker e tutti i Meganoidi per cercare un pianeta dove poter vivere in pace, ma che tale obiettivo era ostacolato da Banjo che aveva giurato di sterminarli. In effetti, durante la serie, gli ordini di Koros sono sempre quelli di distruggere il Daitarn: voler schiavizzare gli umani o conquistare la Terra ed altre cose simili sono obiettivi che molti comandanti perseguono unicamente per soddisfare la propria avidità personale.
Pertanto l'abbandono, nell'ultima puntata, di Banjo da parte di Reika, Beauty, Toppy e Garrison diventa più comprensibile - ma non per questo meno triste, in uno dei finali più mesti che le serie robotiche ricordino - se interpretato come la presa di coscienza, da parte dei quattro ex compagni di Banjo, dell'inutilità della loro passata lotta contro i Meganoidi, e di come questa sia stata, più che una lotta per la giustizia, la manifestazione dell'ossessione di un giovane uomo. Non a caso dopo aver vinto, Banjo, finalmente libero del suo odio, si ferma un momento a riflettere ed esclama: "Ma che cosa ho fatto?"
Ora dopo questo papiro di info, vi lascio alle foto tratte dall’anime e al prossimo anime Tomodachi.


[Fonte. Info Wikipedia]


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